Il 29 ottobre di ogni anno si celebra la giornata mondiale dell’ictus cerebrale.
Per ictus cerebrale si intende un danno del tessuto cerebrale o la morte di una sua parte per un’interruzione dell’apporto di sangue (presenza di trombo o di embolo che ostruisce un’arteria cerebrale) oppure uno stravaso di sangue (emorragia). Le funzioni neurologiche del territorio interessato, che possono riguardare il movimento di un braccio o di una gamba, la parola, la vista, l’equilibrio o altro, vengono perse o compromesse.
Solo in Italia si registrano circa 196.000 casi di ictus ogni anno che sono responsabili del 10-12% delle morti e rappresentano la principale causa di invalidità.
L’80% dei casi di ictus si può prevenire correggendo quelli che sono i principali fattori di rischio: fumo, ipertensione arteriosa, diabete mellito, obesità/sovrappeso, abuso alcolico, ipercolesterolemia e aritmie cardiache.
Ictus è un termine latino e significa “colpo” indicando già nel nome l’insorgenza improvvisa della malattia.
Fast è invece un vocabolo inglese e significa “veloce” e la velocità è un fattore cruciale per limitare i danni causati dall’ictus.
FAST è anche un acronimo è sta per:
F (Face = faccia): chiedere di sorridere e osservare se uno degli angoli della bocca non si solleva
A (Arms = braccia): fare sollevare le braccia e osservare se una delle due tende a cadere
S (Speech = linguaggio): chiedere di ripetere una frase e valutare se il soggetto la ripete in modo sconnesso o biascicato
T (Time = tempo): la presenza di uno o più di questi sintomi impone di chiamare senza indugi il numero unico di emergenza 112 poiché la sopravvivenza e il grado di invalidità dipenderanno dalla velocità dell’intervento sanitario; oggi esistono terapie efficaci che richiedono però di essere attuate nelle prime ore dall’esordio clinico.
Il tempo quindi è vita e…cervello.
Articolo a cura della Direzione di Studio Futura