É noto che i tumori pelvici ginecologici più frequenti nella donna siano il tumore dell’utero e i tumori dell’ovaio e l’ecografia, secondo i dati della letteratura, rappresenti lo strumento più affidabile per la diagnosi precoce di queste malattie. La diagnostica ecografica consente di rilevare la presenza di alterazioni patologiche dell’ovaio e di indirizzare la donna verso l’iter assistenziale più appropriato.
L’ ecografia ginecologica
L’ecografia ginecologica è un’indagine semplice e non invasiva che si basa sull’emissione e sulla ricezione di ultrasuoni. Quest’esame consente di valutare la dimensione e la forma degli organi interni dell’apparato riproduttivo femminile, come ovaie e utero, e le aree anomale all’interno di essi, come cisti, tumori e malformazioni. Ci sono due modalità diverse per effettuare un’ecografia pelvica, a seconda del posizionamento della sonda: l’ecografia transaddominale, quando la sonda viene appoggiata sull’addome della donna, e l’ecografia transvaginale, per cui la sonda viene invece introdotta nel canale vaginale.
L’ ecografia pelvica trasvaginale
L’ecografia pelvica transvaginale rappresenta lo strumento più accurato e sensibile per lo studio delle masse pelviche in generale e dei tumori ovarici in particolare.
L’ ecografia ostetrica
L’ecografia ostetrica viene eseguita per datare la gravidanza (ovvero scoprire eventuali discrepanze fra l’epoca di gravidanza calcolata sulla base dell’ultima mestruazione e quella calcolata secondo le dimensioni dell’embrione/feto), determinare il numero degli embrioni, dei feti, dei sacchi amniotici e delle placente in una gravidanza gemellare (caratteristiche indicate comunemente con i termini di “amnioticità” e “corionicità”), visualizzare la vitalità del feto attraverso l’attività cardiaca e i movimenti e studiarne l’anatomia.
In una gravidanza normale l’ecografia viene effettuata tre volte nel corso della gestazione, durante il primo, secondo e terzo trimestre di gravidanza.
L’ecografia del secondo trimestre, eseguita tra la diciannovesima e la ventunesima settimana (di solito nel corso della ventesima settimana di gestazione) rappresenta lo strumento indicato dalle linee guida per lo screening delle malformazioni/anomalie del feto. La crescita del feto in utero è un processo evolutivo che attraversa tutto il periodo della gravidanza e alcune malformazioni/anomalie fetali possono essere assenti o non rilevabili ad alcune epoche gestazionali e manifestarsi in epoche di gravidanza più avanzate.
I recenti progressi tecnologici permettono inoltre di ottenere immagini ad alta risoluzione anche in 3D con particolare riferimento al volto del bambino. Sebbene questa tecnica non venga attualmente indicata dalle linee guida per lo screening e la diagnosi delle malformazioni fetali, permette di fornire ai genitori una immagine rappresentativa del volto del nascituro.
Articolo a cura del Dr. Gino Carnazza
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